Penso piuttosto che si tratti di mancanza di immaginazione: non riuscite a rappresentarvi esattamente quale possa essere la vita del carcere e quale importanza essenziale abbia la corrispondenza, come riempia le giornate e dia ancora un certo sapore alla vita. ecc. Lazzari e Bombacci, della Direzione, e Gino Pesci, della frazione massimalista rivoluzionaria, avevano promosso un convegno clandestino da tenersi a Firenze il 18 novembre 1917 (il Pesci era stato segretario della Camera del lavoro di Cagliari quando Gennaro Gramsci vi aveva funzioni di cassiere, ed allora, negli anni del liceo, Antonio lo aveva conosciuto). Ci fu un nuovo rialzo dei prezzi: degli alloggi e dei viveri, e soprattutto dei manufatti d'importazione, gravati dai dazi doganali. Togliatti non sa decidersi com'era un po' sempre nelle sue abitudini; la personalità «vigorosa» di Amadeo lo ha fortemente colpito e lo trattiene a mezza via in una indecisione che cerca giustificazioni in cavilli puramente giuridici. Protagonista dei primi freddi, questa cucurbitacea fa miracoli per la pelle. È tuttavia possibile (sulla scorta di tre elementi di giudizio: le indicazioni lasciateci da Gramsci in alcune lettere dal carcere; le date rilevabili in qualche quaderno, sul frontespizio o in corso di nota - «scrivo nel  novembre 1930»,  «quaderno iniziato nel 1933» ecc. La compagnia lo allietava, a momenti era persino ìlare. L'esaurimento fisico e nervoso non bastava a spegnere la sua curiosità intellettuale. Al numero 14 della stessa via abitava, in un mezzanino, Angelo Tasca. Non aveva incarichi direttivi nella sezione socialista. ; Gaetano Arfè, Storia dell'Avanti!, Milano-Roma 1956; M. Montagnana, Ricordi di un operaio torinese, cit. Ora la testa era «sempre piena di dolore». Il tema si chiudeva in un modo che già chiaramente svelava l'adesione del giovane allievo del Liceo Dottori al marxismo: La Rivoluzione francese ha abbattuto molti privilegi, ha sollevato molti oppressi; ma non ha fatto che sostituire una classe all'altra nel dominio. Via via la «tempesta di uomini» cresceva di violenza. Verso il 1890, la famiglia s'era trasferita in Francia, a Montpellier, e poi a Ginevra. Bisognava agire con decisione estrema. Il cambiamento di cella, e quindi di alcune delle condizioni esteriori della mia esistenza, mi ha giovato nel senso che ora posso almeno dormire, o almeno non ci sono le condizioni che mi impedivano il sonno anche quando ero assonnato e mi risvegliavano bruscamente mettendomi in agitazione e in orgasmo. 2 Così Croce definiva Mussolini: «...un uomo di schietto temperamento rivoluzionario, quali non erano i socialisti italiani, e di acume conforme, che riprese l'intransigenza del rigido marxismo, ma non si provò nella vana impresa di riportare il socialismo alla sua forma primitiva, sì invece, aperto come giovane che era alle correnti contemporanee, procurò d'infondergli una nuova anima, adoperando la teoria della violenza del Sorel, l'intuizionismo del Bergson, il pragmatismo, il misticismo dell'azione, tutto il volontarismo che da più anni era nell'aere intellettuale e che pareva a molti idealismo, onde anch'egli fu detto e si disse volentieri “idealista”.». Egli infatti - riferisce Lisa - non si stancava di ripetere che il partito era affetto da massimalismo e che il lavoro di educazione politica che egli compiva fra i compagni doveva portare, fra l'altro, a creare un nucleo di elementi i quali avrebbero dovuto portare al partito un contributo ideologico più sano. Il vice ministro degli Esteri vaticano non aveva però potuto incontrarsi con Gramsci e s'era limitato a lasciargli, prima di partire, un biglietto di saluto10. Croce vorrebbe dettare a priori le regole del processo dialettico; vorrebbe unilateralmente stabilire ciò che la sintesi deve  conservare della tesi  (il  passato) superato dall'antitesi (movimento innovatore); e mura ii processo dialettico dentro la forma liberale dello stato. Antonio diceva al padre: Ho ricevuto avant'ieri il tuo vaglia telegrafico di quindici lire, e ti ringrazio tanto: perché credi pure che mi trovavo in brutte acque, e avendo ricevuto una cartolina il 26 non speravo più di ricevere i soldi. Il documento proposto ai voti sosteneva: La stessa pressione che il fascismo esercita tende a coltivare in certi strati di lavoratori la opinione che, data la impossibilità per il proletariato di abbattere rapidamente il fascismo, la miglior tattica sia quella di appoggiare un movimento della borghesia e della piccola borghesia che si proponga di eliminare il fascismo in Italia senza una rivoluzione proletaria. In linea con i ricettari (di cucina) di questo periodo è anche il secondo ingrediente, la cannella, ottima per gli effluvi dell’aroma-therapy e per l’azione antibatterica non indifferente che, se accompagnata dai benefici idratanti dell’olio di cocco, distende e allevia anche le pelli più sofferenti. Un'idea comune, a parte l'insofferenza per Turati, Modigliani, Treves e gli altri esponenti della tradizione riformista? Egli continuerà a lottare e ad ogni occasione ripresenterà sempre intatte le sue tesi»; ed ancora: «Io sono convinto che egli è irremovibile, sono convinto persino che egli non esiterebbe a staccarsi dal partito e dall'Internazionale piuttosto che lavorare responsabilmente contro i suoi convincimenti». Veniva ad affiancarsi, con queste sue idee d'allora, a due altri insegnanti di Gramsci che erano  ugualmente o anche più avanzati: il professore di latino e greco Costante Oddone, uomo di umili origini, e il professore di fisica Francesco Maccarone, amico di Gennaro Gramsci e socialista militante5. Ora, da tutta la conversazione risulta, senza tema di equivoci, che egli era già fermamente orientato verso il socialismo. "A mare i continentali!" Dal 1° gennaio 1921, «L'Ordine nuovo» aveva ripreso la pubblicazione come quotidiano, e Gramsci ne era il direttore. Affermo anzi che se mi sentissi sempre bene avrei la possibilità di guadagnare anche cinquecento lire al mese. Mi rispose in modo impreciso, dicendomi ch'era un professore, un giornalista che viveva in continente. Furono per Gramsci, malgrado le condizioni generali di vita e la semi-clandestinità cui era costretto, mesi felici; poteva almeno espandersi nell'intimità della famiglia: Giulia e Delio vicini lo aiutavano a sopportare le difficoltà del lavoro politico. Ricordo che una volta mamma lo aveva rinchiuso in casa. Si interessavano a ciò l'Unione Sovietica (fiduciari lo storico e diplomatico Platon Michailovic Kerzencev ed un altro diplomatico di nome Makar) e il Vaticano. A Cagliari i rivoltosi da giudicare erano 170, e si dovette aprire una chiesa sconsacrata, quella di Santa Restituta, per farci stare giudici, testimoni e imputati. Primo, l'antica massima socialista «Lo stato non è che il comitato direttivo della classe borghese» era a quei tempi tutt'altro che una metafora settaria. Ma il segretario generale del PCUS concentrava ormai in sé un potere immenso. Poi qualcosa riuscivano a guadagnare Peppina Marcias con lavori di cucito e Grazietta ed Emma sferruzzando su calze, maglie e sciarpe che vendevano. Quando furono vicini, smettemmo di parlare. Devo dirti che il colloquio mi pesava come un supplizio e che non vedevo l'ora che finisse. In quel tempo, a quale fase di sviluppo era arrivato il «processo vitale» di Antonio Gramsci? «Era afflitto», racconta un compagno di carcere, Giuseppe Ceresa, «da un'esplosione cutanea di carattere uricemico, aveva tutte le funzioni digerenti scombussolate, respirava con grande fatica e per fare quattro passi aveva bisogno di appoggiarsi a qualcuno». Lo stato temeva l'insurrezione; forse gli industriali miravano, com'era nella convinzione di Gramsci, a provocarla, pronti a reprimerla nel sangue ed a schiacciare una volta per sempre il movimento operaio torinese. Era costretto a starsene continuamente in branda («A letto posso stare con gli occhi chiusi e non vedere le pareti che mi girano intorno»). Andato a Torino, nel nuovo ambiente di operai delle fabbriche e non più di contadini, aveva continuato a proporselo, seppure da un'angolazione diversa, con altra maturità: approfondendolo infine come un aspetto di un più vasto problema, il problema della rivoluzione proletaria. Mi pare che abbia una leggera tendenza a diventare grasso come papà. Ma credo necessario che tu scriva anche per te stessa, perché mi pare che anche tu debba essere isolata e un po' tagliata dalla vita e che scrivendomi possa sentir meno questa intima solitudine. Così, dispersa l'organica redazione torinese, il risultato ultimo era stato, dice Gobetti, «di tre giornali illeggibili»: giudizio certamente viziato da eccessiva rigidità, almeno per quel che riguarda «L'Ordine nuovo», ma non del tutto infondato. Avrebbe potuto chiamare da Ghilarza qualcuno di casa; ma per questo gli occorreva la sicurezza della salute e della continuità del guadagno. La spinta di Bordiga alla chiusura settaria piuttosto che alle vaste azioni politiche e di massa per l'arresto e la sconfitta del fascismo era condivisa dalla maggioranza dei dirigenti, non esclusi Togliatti e Terracini. Per tutta risposta, la commissione interna fu licenziata in blocco. Forse era per ciò che il 4 luglio scriveva ad un compagno, Giuseppe Berti: «In questo momento attraverso un certo periodo di stanchezza morale, in relazione ad avvenimenti di carattere famigliare». Il 28 marzo 1914 diede l'esame di filosofia, morale, prendendo venticinque; poi il 2 aprile diede il biennale di storia moderna (ventisette di voto). 5 Il professor Maccarone sarà, nel gennaio del 1911, tra i dirigenti dell'Associazione anticlericale d'avanguardia, insieme a Carmine Orano presidente e a Renato Figari bibliotecario; sarà ancora, nel marzo, candidato al Consiglio comunale di Cagliari nella lista dei partiti popolari. A tanti spariva di casa il gatto, ed era stato lui, poi si sapeva, e farselo arrostire da un fornaio. Nel settembre del '32, Carlo Gramsci aveva trascorso dieci giorni delle ferie a Ghilarza, per vedere la mamma, che si spegneva lentamente. Doveva essere però, date le circostanze, una relazione fatta d'incontri saltuari e di lunghi penosi distacchi. Intanto non si tratta di «sentire», nel senso immediato della parola, ma di qualcosa che tiene conto di una larga prospettiva e in cui è difficile scindere il sentimento dalla ragione. Così, poco a poco, le vecchie glorie nazionali-sarde (nazionali entro una dimensione di patria sarda), Eleonora d'Arborea, Leonardo Alagon e poi Giovanni Maria Angioy, sbiadivano, sostituite nell'immaginazione popolare da quest'altra mitologia barbarica. Vi erano raffigurati, a fianco della scritta Proletari di tutto il mondo unitevi, un portuale e un minatore che si stringono la mano e bimbi nel gesto di scambiarsi alcune spighe. Vennero, per Natale, Tatiana e Carlo. Visitò Nino a marzo. Nonno aveva tanto sperato che quel giorno il figlio arrivasse. Un rozzo anticlericalismo da osteria era il suo connotato saliente. quei geroglifici che escono di solito, con i vecchi sistemi antispam. Quando ti abbraccerò ancora penso che mi sentirò male, tanto la passione mi stravolgerà. Infine, l'arrivo nella grande metropoli industriale, Il «triplice o quadruplice provinciale come certo era un giovane sardo del principio del secolo» ne fu stordito. Cinque giorni prima di Natale, il suo primo Natale fuori casa, in una lettera al padre, Antonio si risolse a dire, ancor più apertamente, in quali condizioni viveva a Torino. S'aspettava che almeno gli scrivessero le donne di casa. C'era grande incertezza, e sarebbe adesso complicato stabilire se a diffonderla fosse l'«Avanti!» di Benito Mussolini o se l'orientamento ondulatorio dell'«Avanti!» derivasse da umori già in circolo. Biografie generali. Alla Sardegna rimanevano solo un po' di tubercolotici1, e chi non sputava rosso era destinato alla vecchiaia precoce, quando non anche alla morte o alla mutilazione per infortunio sul lavoro. Ma sento che forse è giunta Fora di decidermi, che non posso più a lungo star così, sospeso sulla corda. Leggiamo in una lettera alla mamma: Vorrei che tu mi mandassi, sai che cosa? Non so neppure se tu [la lettera era indirizzata a Grazietta] potrai farle sentire quanto io le ho voluto bene sempre e come una delle maggiori amarezze della mia vita, e che ha avuto tanta efficacia nel formare il mio carattere, sia stato proprio il vedere come la sua esistenza non avesse mai requie, come la sua vita fosse priva di soddisfazioni e di pace duratura9. I riformisti indesiderabili, i Bissolati, i Bonomi, i Podrecca, il PSI li aveva espulsi già nel '12, al congresso di Reggio Emilia. Il 20 gennaio, parlando alla commissione politica del congresso, Gramsci ribadì, in polemica con la sinistra, l'inattualità dei tentativi insurrezionali. La rappresaglia fascista si rivolse alle sedi degli ultimi giornali liberi. Degli altri fratelli, Gennaro era troppo grande, sette anni in più, per fargli compagnia;  e Carlo troppo piccolo, sei anni in meno. Ho saputo qualche tempo fa che parecchie donne, che avevano il marito in carcere, condannato a pene alte, si sono ritenute sciolte da ogni vincolo morale e hanno cercato di costruirsi una vita nuova. Vediamo le fotografie: la maschera più indurita di un viso che già abbiamo visto nei comizi socialisti. In quel tempo trascorso quasi sempre insieme, prima sullo stesso carro e poi nella spiaggia, io non posso dire che Nino Gramsci fosse un bambino chiuso. Giudicando il fenomeno propizio all'apertura in Sardegna di nuovi caseifici, molti industriali del formaggio napoletani, romani e toscani si insediarono nell'isola. Qualche volta penso a tutte queste cose e mi piace di ricordare i fatti e le scene della fanciullezza: ci trovo molti dolori e molte sofferenze, è vero, ma anche qualcosa di allegro e di bello. Delirava. La vita degli oppositori al fascismo non era più sicura. Prima fase: lotta per la conquista dello stato. È però certo che, quando si è d'accordo con la linea del Comitato Centrale, il miglior modo di contribuire a superare la crisi è di esprimere la propria adesione a questa linea senza porre nessuna limitazione. L'indomani, 7 maggio, furono i lavoratori dei forni a entrare in agitazione. Il documento, d'impronta nuova, era un saggio, lucido e piano, sulla situazione italiana e sui compiti del Partito comunista. Ma Bordiga ricorse all'Internazionale denunziando l'irregolarità del Congresso (e l'Internazionale respinse il ricorso). Sempre più raramente vi si coglievano, o non si coglievano con uguale evidenza, i segni della libertà d'elaborazione teorica, della fantasia e dello slancio creativo di una volta. Noi ci eravamo promesso di essere sempre franchi e veritieri nell'informarci reciprocamente su noi stessi: ricordi? Non è vero? Ho visto solo la risoluzione del Comitato Centrale sulla democrazia del partito, ma non ho visto nessun'altra risoluzione. Mezza tazza di zucca, mezza di olio di cocco e mezzo cucchiaino della polvere speziata, il tutto miscelato con cura finché non si amalgama in un composto liscio. Ai candidati «astensionisti» (Boero, Parodi ecc.) Tornai a Ghilarza per le vacanze. In ogni caso il fatto che, a volte, un messaggio non conforme non venga rimosso non dà diritto a nessun utente di contestare la decisione dell'amministrazione in caso di cancellazione di un messaggio. Qualche fascista ricorda ancora nebulosamente gli insegnamenti dei suoi vecchi maestri, di quando era rivoluzionario e socialista, e crede che una classe non possa rimanere tale permanentemente e svilupparsi fino alla conquista del potere, senza che essa abbia un partito ed una organizzazione che ne riassuma la parte migliore e più cosciente. Con un separatore di tuorli, separate l'albume (i tuorli non buttateli, ma piuttosto riutilizzateli per un'altra ricetta: io … I suoi avevano deciso che Gennaro avrebbe chiesto il trasferimento all'ufficio del catasto di Cagliari, e Antonio sarebbe andato a vivere con lui. Era interamente scritto da Gramsci; soltanto l'integravano stralci da testi di Gaetano Salvemini (in seconda pagina, da Cultura e laicità, «volumetto che tutti i giovani dovrebbero leggere», avvertiva una nota), di Benedetto Croce (in terza pagina, La religione, tolto da «La Critica») e del gentiliano Armando Carlini (in terza pagina, Che cos'è la vita?, da Avviamento allo studio della filosofia, «che si consiglia vivamente di leggere e di meditare»): anche la scelta di questi autori sembra indicativa di una matrice culturale. Solo altre ragioni potevano però accendere nei rivoltosi l'impeto testimoniato dalla violenza della lotta e dal numero dei morti e dei feriti. Me lo descrivono stravagante e gioviale. Aveva continuato a vivere dunque da segregato. Non riesco a immaginare nulla della tua vita. Gasi io scrissi una breve cronaca che l'«Ordine nuovo» pubblicò con un titolo su due colonne. Così dal dibattito sulle questioni russe (e dalla lotta per il potere che al dibattito si accompagnava, combattuta da Stalin con intransigenza estrema) discendeva tutto un nuovo orientamento dell'Internazionale, i cui punti salienti erano: il regime capitalistico è al limite della catastrofe; ovunque la protesta proletaria tende a radicalizzarsi in senso rivoluzionario; all'abbattimento del potere borghese deve immediatamente seguire la dittatura del proletariato, senza fasi intermedie democratico-borghesi; la socialdemocrazia non è una forza rivoluzionaria, la borghesia si serve di essa per arrestare lo slancio rivoluzionario, è una forma della dominazione borghese, è socialfascismo. Le condizioni generali politiche erano mutate, rispetto agli anni dell'immediato dopoguerra, e di conseguenza erano mutate le condizioni del lavoro giornalistico, non solo per il salto dal settimanale al quotidiano. Gramsci avrebbe voluto essere trasferito nella clinica per malattie nervose «Poggio Sereno» di Fiesole. Gli operai, sostanzialmente battuti, dovettero abbandonare le fabbriche. Né le nostre parole sono state minimamente modificate dalle varie testimonianze di polizia comodamente trincerate dietro il principio di irresponsabilità, altrimenti detto «segreto d'ufficio», e secondo le quali noi tutti, senza eccezioni, saremmo stati capi del partito. Lo rivela un episodio. Manuale popolare di sociologia marxista, pubblicato a Mosca per la prima volta  nel 1921. ; Giansiro Ferrata, Saggio introduttivo alle 2000 pagine cit., P. Spriano, Saggio introduttivo all'antologia dell'ON, P. Togliatti, Saggio introduttivo a La formazione del gruppo dirigente del Partito comunista italiano, Roma 1962; G. Arfè, Storia dell'Avanti!, cit. A Torino, nel dibattito precongressuale, il gruppo de «L'Ordine nuovo» s'era schierato con Serrati, prevalendo; il segretario della sezione, Giovanni Boero, e Giovanni Parodi avevano appoggiato la mozione «astensionista»: a favore di questa Boero intervenne al congresso di Bologna. Avevamo degli stabilimenti - racconta Ludovico D'Aragona - dove gli operai davano una vera dimostrazione di coscienza e di maturità; altri stabilimenti dove gli operai sapevano far funzionare la propria azienda così come quando c'era il capitalista a dirigerla e a governarla; ma avevamo altri stabilimenti dove, per una infinità di ragioni che non dipendevano soltanto dalla maturità della massa, ma dalla mancanza di materie prime, dalla mancanza dei dirigenti, dei tecnici eccetera, si rendeva impossibile il funzionamento di quegli stabilimenti; e ne avevamo degli altri disertati dagli operai e dovevamo trasferire gli operai da uno stabilimento all'altro per avere un piccolo nucleo il quale desse l'impressione che là dentro c'erano ancora operai a dirigere e a governare. Quante volte ho ripetuto queste parole». Lo ammisero al Circolo di lettura, ambiente chiuso e con soci rigorosamente selezionati. Orbene, in codesta sentenza, che il Governo volle fosse larghissimamente diffusa a conoscenza e ad ammonimento di tutti i cittadini, è detto che nessun capo o dirigente di partito o di altra organizzazione può essere tenuto penalmente responsabile di atti commessi da soci o da seguaci dei partiti o delle organizzazioni in questione, quando non ne possa venire provata concretamente la reità. La situazione si è composta politicamente per il momento in una forma che ci costringe a un'attività minuta ma gigantesca nel suo complesso. Vi era premesso il notevole discorso pronunziato da Luigi Russo nell'aula magna della Scuola Normale Superiore di Pisa il 27 aprile 1947, dieci anni dopo la scomparsa di Gramsci. Dipese forse anche da ciò l'estraneità di Gramsci, in quella prima fase di studi universitari, agli ambienti del socialismo torinese, allora in prevalenza corporativo e «localista». Tutto il contrario di Nino, per carattere. In sede di congresso ribadì e ampliò la critica: Il compagno Bordiga, a quanto pare, ha voluto difendere qui il punto di vista dei marxisti italiani; ma ciononpertanto non ha risposto a neppur uno degli argomenti addotti da altri marxisti in favore dell'azione parlamentare... Voi, compagno Bordiga, sapete che in Russia abbiamo dimostrato, non soltanto in teoria, ma anche in pratica, la nostra volontà di distruggere il parlamento borghese. La lunga polemica sulla fusione aveva poi scavato un abisso tra il PCd'I ed il nuovo gruppo dirigente socialista Vella-Nenni. L'angoscia d'avere membra malate svaniva. Arrivò estenuato. Riaffiorò l'idea d'un giornale fatto dall'antico gruppo dell'università torinese. Egli sentiva profondamente il risentimento comune a tutti i sardi contro i torti fatti all'isola; questo diventava anche per lui risentimento verso i continentali e verso il Continente». Anche Gramsci si poneva, come traguardo finale, la rivoluzione proletaria, ma, diversamente da Bordiga, non era fuorviato dall'idolatria del mezzo. 2 «Se poi si scopre che un uomo politico è cornuto tutto diventa chiaro», commenterà ancora Gramsci. Come si fa quando un nemico è forte? «Ho lavorato per vivere, mentre per vivere avrei dovuto riposare, avrei dovuto divertirmi. Sempre riusciva però a ritrovare il filo: Poiché la massoneria passerà in massa al partito fascista e ne costituirà una tendenza, è chiaro che con questa legge voi sperate di impedire lo sviluppo di grandi organizzazioni operaie e contadine. Della maggioranza, solo Gramsci «non taceva le sue critiche. In genere rimaneva in casa, occupato a leggere, a disegnare figure colorate, a metter su costruzioni di legno, a giocherellare in cortile. Era dappertutto un ribollimento di uomini lanciati con furia devastatrice a saccheggiare le cantine e a incendiare i caseifici. Al momento della stesura di questi nove punti, erano disertate a Torino soltanto le officine metallurgiche. Stette fuori Roma quindici giorni. Aveva in casa la fotografia di un cavallo: era il purosangue dato in dono dal futuro re d'Italia a Nicolino. Personalmente, dopo averci pensato su, io ho finito con lo spiegarlo e anche col giustificarlo. Nell'ottobre del '30, questo era stato il bilancio delle ore di sonno: «Solo due notti ho dormito cinque ore, per nove notti intiere non ho dormito affatto, le altre notti ho dormito meno di cinque ore, che dà una media generale di poco più di due ore per notte». Papà fu il meno fortunato: alla morte del padre, studiava leggi.